Le origini protostoriche di Alatri si legano inscindibilmente alla popolazione degli Ernici, un raggruppamento italico del ceppo più antico, a cui si attribuisce, intorno al VII secolo a.C., la costruzione dell’Acropoli e delle possenti mura megalitiche che cingono l’abitato.
L’intero tessuto urbano è caratterizzato da una fitta trama di vie strette e tortuose, talora impostate in forte pendenza, che si diramano, tra antiche costruzioni e caseggiati più moderni, tutt’intorno alla rocca dell’Acropoli. Quest’ultima costituisce l’epicentro visivo della città, una sorta di autonomo nucleo sopraelevato (Civitas nova) attorno al quale l’abitato sottostante (Civitas vetere) si sdoppia in due grandi aree contrapposte: la zona settentrionale, contraddistinta da uno sviluppo planimetrico piuttosto regolare, e quella meridionale delle Piagge, aggrappata sull’opposto versante con un sistema di terrazzamenti digradanti che risolve e in parte dissimula il naturale dislivello del colle.
Tale disposizione, oltre a scomporre lo scenario urbano in un curioso contrasto topografico, ha contribuito nel corso dei secoli a modellare nella prima zona uno spazio monumentale, destinato ad accogliere gran parte delle funzioni civiche, commerciali e culturali, ed a consolidare nella seconda un ambiente più compatto, appena sufficiente al passaggio pedonale e con prerogative quasi esclusivamente residenziali.
Dal punto di vista toponomastico infine il centro cittadino, ad eccezione dell’Acropoli, risulta ulteriormente suddiviso in nove rioni (Scurano, Valle, Colle, Fiorenza, Vineri, Spidini, S.Lucia, S.Andrea, S.Simeone) contrassegnati ancora oggi da un proprio emblema araldico e da una loro fisionomia individuale, conformemente all’antica ripartizione amministrativa delle carcìe medievali.